Iniziativa popolare «No a una Svizzera da 10 milioni!» Il Consiglio federale affronta le sfide dell’immigrazione senza mettere a rischio prosperità e sicurezza

In una decisione di principio del giugno 2024, il Consiglio federale ha respinto l’iniziativa «No a una Svizzera da 10 milioni (Iniziativa per la sostenibilità)», che chiede di mantenere la popolazione svizzera al di sotto dei dieci milioni fino al 2050, senza opporle un controprogetto. A suo parere, l’iniziativa mette a rischio non solo la prosperità, lo sviluppo economico e la sicurezza della Svizzera, ma anche la via bilaterale con l’UE. L’Esecutivo, tuttavia, riconosce che l’immigrazione e la crescita demografica implicano alcune sfide, pertanto ha disposto una serie di misure accompagnatorie negli ambiti in cui ritiene ancora necessario intervenire ossia immigrazione nel mercato del lavoro, alloggi e asilo. Il 21 marzo 2025 ha adottato il messaggio concernente l’iniziativa.
L’iniziativa popolare «No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)»
Nella seduta del 26 giugno 2024, il Consiglio federale ha deciso di respingere l’iniziativa popolare «No a una Svizzera da 10 milioni (Iniziativa per la sostenibilità), senza opporle un controprogetto. L’iniziativa chiede di mantenere la popolazione residente permanente della Svizzera al di sotto dei dieci milioni di abitanti fino al 2050.
Stando all’iniziativa, se la popolazione residente permanente della Svizzera supera i nove milioni e mezzo di abitanti prima del 2050, per garantire il rispetto del limite fissato il Consiglio federale e l’Assemblea federale devono adottare provvedimenti a livello di legge riguardanti in particolare il settore dell’asilo e del ricongiungimento familiare. Alle persone ammesse provvisoriamente non sarà più accordato alcun diritto di restare. Inoltre il Consiglio federale dovrà impegnarsi a rinegoziare gli accordi internazionali «che favoriscono la crescita della popolazione».
Se il limite di dieci milioni di abitanti fosse superato prima o dopo il 2050, l’iniziativa chiede l’adozione di altri provvedimenti a livello di legge e anche la denuncia degli accordi internazionali «che favoriscono la crescita della popolazione». Inoltre, se due anni dopo il primo superamento, il limite fissato non è ancora rispettato e non è stato possibile negoziare o invocare alcuna clausola d’eccezione o di salvaguardia efficace, va denunciato l’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE e i suoi Stati membri (ALC).
L’iniziativa mette a rischio la via bilaterale attuale e futura
La denuncia dell’ALC metterebbe a rischio la consolidata via bilaterale con l’UE. A causa della cosiddetta clausola ghigliottina, una denuncia unilaterale dell’ALC farebbe decadere infatti tutti gli Accordi bilaterali I con l’UE, il che avrebbe gravi conseguenze per l’economia nazionale. Oltre a ciò, vi è il rischio che cessi di applicarsi anche l’Accordo di associazione a Schengen e Dublino, il che potrebbe causare l’aumento della migrazione irregolare in Svizzera e rendere più difficile la lotta alla criminalità.
Se accolta, l’iniziativa metterebbe radicalmente in discussione anche il futuro degli accordi materialmente conclusi a dicembre 2024 ossia il pacchetto di accordi volti a stabilizzare e sviluppare la via bilaterale tra la Svizzera e l’UE. Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, il pacchetto contiene meccanismi di protezione che impediscono in particolare l’immigrazione di persone che finirebbero inevitabilmente a carico del sistema sociale svizzero. La clausola di salvaguardia affronta inoltre le sfide connesse con la crescita demografica.
Il Consiglio federale affronta le sfide dell’immigrazione
In Svizzera sono già in atto diverse strategie e misure per gestire l’immigrazione e le sfide ad essa connesse; il 29 gennaio 2025 il Consiglio federale ne ha disposte altre che mirano in particolare a promuovere lo sfruttamento del potenziale di manodopera già presente sul territorio e a sostenere i settori dell’alloggio e dell’asilo.
Promuovere maggiormente lo sfruttamento del potenziale di manodopera residente
Il mercato del lavoro costituisce il principale propulsore dell'immigrazione. A causa dell’evoluzione demografica e della crescente carenza di manodopera, la Svizzera dovrà ricorrere anche in futuro a forza lavoro supplementare per garantire nel lungo periodo la prosperità e uno sviluppo economico sostenibile. Affinché le imprese svizzere possano, ove possibile, reclutare i lavoratori in Svizzera, il Consiglio federale intende promuovere maggiormente lo sfruttamento del potenziale di manodopera già presente sul territorio. A tale scopo ha elaborato, in collaborazione con i partner sociali, misure specifiche per promuovere tra le altre cose la rapida e duratura integrazione nel mercato del lavoro di chi giunge in Svizzera grazie a un ricongiungimento familiare, in particolare delle donne, e per sostenere in modo più mirato il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori in età avanzata.
Mantenere lo strumento consolidato per la promozione degli alloggi
Al fine di contrastare l’erosione dell’offerta di alloggi, a partire dal 2030 il fondo che promuove l’edilizia abitativa di utilità pubblica sarà prorogato per cinque anni e aumentato di 150 milioni di franchi. Già nel 2020 erano stati versati nel fondo 250 milioni di franchi supplementari. Con diversi adeguamenti della «Lex Koller», il Consiglio federale intende inoltre inasprire le condizioni alle quali persone all’estero possono acquistare e possedere immobili in Svizzera.
Misure volte a ridurre le domande d’asilo
Nell’ambito della «Strategia globale per l’asilo» sono previste altre misure volte a ridurre le domande d’asilo e velocizzare le pertinenti procedure. In futuro sarà possibile stralciare le domande d’asilo dei richiedenti resisi irreperibili o che rifiutano di collaborare e sarà introdotta una verifica più regolare e approfondita di un’eventuale revoca delle ammissioni provvisorie. Parallelamente, la Segreteria di Stato della migrazione sta già elaborando e attuando diverse misure per impedire a coloro che hanno commesso un reato in Svizzera di abusare del diritto in materia d’asilo e degli stranieri.
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Ultima modifica 21.03.2025