Adesione della Svizzera al potenziamento di Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
Risultati ufficiali provvisori
- Partecipazione:
- Totale:
- Sì:
- No:
- Cantoni Sì:
- Cantoni No:
39.98%
2 130 670
1 523 003 (71.48%)
607 667 (28.52 %)
20 6/2
0 0/2
Risultati in dettaglio
Conferenza stampa del 15 maggio 2022
Sotto trovate le informazioni sull'adesione della Svizzera al potenziamento di Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che il DFGP aveva messo in rete prima della votazione del 15 maggio 2022
Dichiarazione per la TV
La Consigliera federale Karin Keller-Sutter
Conferenza stampa del 2 marzo 2022
L'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) assiste gli Stati Schengen nel controllare la frontiera esterna Schengen. Associata a Schengen, la Svizzera collabora da oltre dieci anni con Frontex, che l'UE sta potenziando sin dalla fine del 2019. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno deciso di sostenere questo progetto, mettendo a disposizione più risorse personali e materiali e incrementando gradualmente i contributi finanziari. Contro questa decisione è stato lanciato un referendum.
Respingendo lo sviluppo di Frontex, la Svizzera rischia l'esclusione dall'associazione Schengen/Dublino, con gravi ripercussioni soprattutto per la sicurezza, ma anche per il settore dell'asilo e altri ambiti.
- Sicurezza: la Svizzera si affida al Sistema d'informazione di Schengen (SIS) nel combattere il crimine internazionale, il terrorismo e la migrazione illegale; infatti lancia ogni giorno oltre 300 000 ricerche nel SIS, ottenendo circa 20 000 riscontri positivi ogni anno. Senza Schengen/Dublino, le autorità di sicurezza svizzere non avrebbero più accesso a questi dati.
- Asilo: senza Schengen/Dublino, i migranti che hanno già chiesto l'asilo in Europa potrebbero depositare una domanda anche in Svizzera, che rischierebbe quindi di dover trattare un numero crescente di domande.
- Traffico di confine: l'esclusione da Schengen/Dublino renderebbe il confine svizzero una frontiera esterna Schengen, soggetta a controlli sistematici. Oggi circa 2 200 000 persone attraversano il confine svizzero – ogni giorno. Ecco perché i controlli sistematici causerebbero lunghi tempi d'attesa e code in entrambe le direzioni.
- Turismo: molti turisti provenienti da Paesi extraeuropei che di solito visitano la Svizzera durante un giro d'Europa dovrebbero procurarsi, oltre al visto Schengen, anche un visto svizzero, il che potrebbe scoraggiarli dal fare tappa nel nostro Paese.
Ulteriori informazioni sul progetto di legge sul referendum si possono trovare sul sito web del FDF.
Domande e risposte
La cooperazione Schengen agevola i viaggi all'interno dello spazio Schengen. In linea di massima, le persone non sono controllate sistematicamente alle frontiere interne; in compenso, gli Stati Schengen intrattengono una stretta cooperazione per i controlli e la protezione della frontiera esterna, come pure in materia di sicurezza esterna. Uno strumento essenziale di tale cooperazione è il sistema europeo di ricerca SIS (Sistema d'informazione di Schengen), che garantisce la rapida disponibilità, su scala europea, di informazioni di polizia su persone od oggetti ricercati. L'accordo di Schengen, accolto il 5 giugno 2005 in votazione popolare, è entrato in vigore il 1° marzo 2008.
La cooperazione Dublino si fonda sul principio che ogni domanda d'asilo presentata nello spazio Dublino è effettivamente esaminata nel merito. Lo Stato competente per l'esame è determinato dall'accordo Dublino, ormai firmato da tutti gli Stati membri dell'UE e da quattro Stati associati (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Per il nostro Paese, l'accordo di associazione a Dublino, firmato il 26 ottobre 2004 nel quadro dei bilaterali II e accolto in votazione popolare nel 2005, è entrato in vigore il 12 dicembre 2008.
Se la Svizzera non riprende lo sviluppo di Frontex, l'accordo di associazione a Schengen decadrà – a meno che il Comitato misto decida altrimenti entro 90 giorni. La decisione del Comitato, in cui siedono la Svizzera, la Commissione europea e tutti gli Stati membri dell'UE, dev'essere unanime. Se, trascorso il termine di 90 giorni, non si giunge a una soluzione comune, l'accordo decade automaticamente dopo ulteriori tre mesi. Con la cessazione dell'accordo di Schengen verrebbe a cadere automaticamente anche quello di Dublino poiché i due accordi sono interconnessi: la fine di uno sancisce la fine dell'altro.
L'uscita da Schengen/Dublino avrebbe gravi impatti sulla sicurezza, il settore dell'asilo, il traffico frontaliero, il turismo e l'intera economia della Svizzera. Le autorità svizzere non potrebbero infatti più accedere ai sistemi d'informazione o di ricerca di Schengen e Dublino; la Svizzera dovrebbe riesaminare domande d'asilo precedentemente respinte da un Paese europeo; il confine svizzero diventerebbe una frontiera esterna Schengen soggetta a controlli sistematici; i viaggiatori provenienti da Paesi extraeuropei, oltre al visto Schengen, dovrebbero richiedere un visto per la Svizzera. Stando a un rapporto del Consiglio federale, l'esclusione della Svizzera da Schengen e Dublino verrebbe a costare all'economia svizzera miliardi di franchi l'anno.
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Ultima modifica 15.05.2022