Archivio progetti conclusi fino al 2013

Motivazione dell’immigrazione in Svizzera dei cittadini di Stati membri dell’UE-25/AELS

B,S,S. Volkswirtschaftliche Beratung AG, Basilea
Dicembre 2013

Per la prima volta uno studio analizza approfonditamente le ragioni per le quali i datori di lavoro svizzeri reclutano e assumano persone provenienti dall’UE/AELS), mettendo anche in evidenza i motivi che spingono quest’ultime a trasferirsi in Svizzera. Nel 2011 il Consiglio federale aveva incaricato l’Ufficio federale della migrazione (UFM) di provvedere a un’analisi di questo tipo.

I datori di lavoro indicano in primo luogo la carenza di personale specializzato: per il 45 per cento, infatti, la ragione principale del reclutamento di manodopera nell’area UE/AELS è la mancanza di personale specializzato in Svizzera. Il 33 per cento circa delle aziende intervistate ha assunto una persona proveniente dallo spazio UE perché le candidature locali erano troppo poche. Il 19 per cento, infine, ha addotto come motivo le conoscenze specialistiche del candidato proveniente dall’estero.


Valutazione della prassi in materia di visti umanitari

Interface Politikstudien Forschung Beratung e Università di Lucerna
Dicembre 2013

Da settembre 2012 non è più possibile presentare una domanda asilo presso una rappresentanza svizzera all’estero conformemente all’art. 20 della legge sull’asilo (LAsi). È tuttavia possibile rilasciare un visto per motivi umanitari se in un caso concreto si può ritenere che la vita o l’integrità fisica di una persona è direttamente, seriamente e concretamente minacciata nel Paese d’origine o di provenienza. Su incarico dell’Ufficio federale della migrazione (UFM), «Interface Politikstudien Forschung Beratung» ha svolto, in collaborazione con l’Università di Lucerna, una valutazione della nuova prassi riguardante i visti umanitari.


Opzioni della Svizzera per la messa in campo di un programma per i viaggiatori registrati

Ernst Basler + Partner AG, Zurigo
Settembre 2013

Con l’avanzare della globalizzazione aumenta anche la circolazione delle persone in tutto il mondo. Essere raggiungibili è cruciale in termini di concorrenzialità e per conseguire questo obiettivo non sono realizzate soltanto nuove infrastrutture edili ma anche misure operative volte a migliorare la raggiungibilità e semplificare gli spostamenti. La Svizzera sta sviluppando alcune idee in vista dell’eventuale realizzazione di un programma destinato ai viaggiatori registrati provenienti da Stati terzi. L’Ufficio federale della migrazione (UFM) ha incaricato Ernst Basler + Partner di svolgere uno studio sulle opzioni possibili in vista della realizzazione di un programma svizzero per viaggiatori registrati.


Misura dei costi della regolamentazione

B,S,S. Volkswirtschaftliche Beratung, Basilea
Agosto 2013

Lo studio «Schätzung der Kosten und Vereinfachung der Regulierungen im Bereich der Zulassung von ausländischen Erwerbstätigen zum schweizerischen Arbeitsmarkt» (non disponibile in italiano) fa parte integrante di un progetto del Consiglio federale che è stato lanciato per rispondere ai postulati Fournier 10.3429 et Zuppiger 10.3592. Questo studio ed è stato sintetizzato, con gli altri ambiti esaminati, nel «Rapporto del Consiglio federale sui costi della regolamentazione».

Questo studio parziale sulla manodopera estera è stato finanziato dall’Ufficio federale della migrazione. Le ricerche non si sono solo limitate ai costi della regolamentazione ma si sono estese anche all’esame delle misure da intraprendere alfine di ridurli.


Valutazione dell’aiuto al ritorno

KEK-CDC Consultants, Zurigo
B,S,S. Volkswirtschaftliche Beratung, Basilea
Luglio 2012 – luglio 2013

Nel quadro dell’adempimento del postulato 11.3062 «Efficacia e costi dell’aiuto al ritorno» dell’8 marzo 2011, i programmi di aiuto al ritorno per la Georgia, la Guinea, l’Iraq e la Nigeria nel periodo 2005-2010 nonché l’aiuto al ritorno individuale per il Kosovo, la Turchia e lo Sri Lanka sono stati sottoposti a una valutazione esterna. Questa giunge alla conclusione che il sistema svizzero di aiuto al ritorno è efficiente e che i costi che genera rientrano nella media europea. L’aiuto al ritorno individuale promuove la partenza volontaria dei richiedenti l’asilo respinti dalla Svizzera e sostiene i loro sforzi per reintegrarsi nel loro Paese di origine.


Bilancio fiscale della nuova immigrazione in Svizzera

Forschungsstelle für Arbeitsmarkt- und Industrieökonomik (FAI), Università di Basilea
Dicembre 2012

L’impatto, ovvero l’incidenza fiscale dell’immigrazione tratta del rapporto tra gli importi versati dagli immigrati nelle casse pubbliche e nelle assicurazioni sociali sotto forma di imposte e premi, da un lato, e i versamenti e prestazioni di cui beneficiano, dall’altro. In fin dei conti chi finanzia chi? Gli stranieri gli autoctoni o viceversa? Per rispondere a questa domanda occorre stilare un bilancio fiscale in cui l’entità delle prestazioni statali versate agli stranieri sia messa a confronto con i contributi finanziari forniti dagli stessi. Se i contributi versati superano le prestazioni ottenute, ovvero se il bilancio fiscale è positivo, significa che per le finanze pubbliche dello Stato ospite l’immigrazione è un buon affare.


Opzioni d’intervento per riformare l’ammissione provvisoria

International Centre for Migration Policy Development ICMPD
Novembre 2012

Lo studio si prefigge di illustrare le possibilità di riformare l’istituzione dell’ammissione provvisoria. L’analisi tiene conto di due fattori: le esigenze di protezione internazionale, senza perdere di vista l’opzione del ritorno, e la crescente integrazione determinata dal passare del tempo nell’ottica del diritto in materia di soggiorno. Sulla base delle disposizioni vigenti in altri Stati europei equiparabili, lo studio illustra sia le questioni relative allo status di straniero e i criteri che supportano la regolamentazione del soggiorno, sia lo stato giuridico delle persone ammesse provvisoriamente nell’ordinamento giuridico svizzero.


Analisi dell’impatto dei centri di registrazione e procedura (CRP) dell’UFM sull’economia regionale

Ecoplan, Berna
Ottobre 2012

L’Ufficio federale della migrazione (UFM) gestisce cinque Centri di registrazione e procedura (CRP) decentralizzati per accogliere i richiedenti l’asilo. A fronte del crescente numero di domande d’asilo e nell’ambito della ristrutturazione del settore dell’asilo, l’UFM intende accrescere le proprie capacità ricettive. In quest’ottica è stato svolto uno studio dell’impatto sull’economia regionale dei centri per richiedenti l’asilo esistenti.


Impatto della libera circolazione delle persone (ALC) sulla crescita economica pro capite in Svizzera

Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo, KOF
Maggio 2012

Il Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo, KOF, ha pubblicato uno studio sull’impatto dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone Svizzera-UE (ALC) in termini di prodotto interno lordo (PIL) pro capite. Lo studio è stato commissionato dall’Ufficio federale della migrazione (UFM).


«Matrimoni forzati» in Svizzera: cause, tipi, portata

Dr. Anna Neubauer e Prof. Dr. Jeanine Dahinden, università di Neuchâtel
Marzo 2011 – gennaio 2012

Lo studio descrive le cause, le forme e l’entità del fenomeno dei «matrimoni forzati» in Svizzera, tracciando diverse tipologie e profili delle vittime. Illustra le misure adottate sinora nei settori della prevenzione, dell’assistenza e della protezione e ipotizza ulteriori misure al fine di contrastare ancora più efficacemente il fenomeno. Su tale base è attuato un programma improntato a misure mirate volte a sostenere e proteggere, con precauzione ed efficacia, le persone coinvolte (sensibilizzazione, interlocutori e consulenti, protezione).


Secondo monitoraggio della salute della popolazione migrante (GMM II)

(In collaborazione con l’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP)
BASS, ZHAW, ISPM, M.I.S TREND
Novembre 2009 – septembre 2011

Per migliorare i dati disponibili e poter individuare a medio termine tendenze di cambiamento nel comportamento sanitario della popolazione migrante come pure nel ricorso ai servizi di assistenza sanitaria, nel 2010 è stato condotto il secondo monitoraggio della salute (GMM ll). Dai risultati emerge chiaramente che in Svizzera sono riscontrabili nette disparità tra la popolazione indigena e i migranti. Sovente, lo stato di salute fisica e psichica delle persone interrogate è peggiore di quello della popolazione indigena. Per quanto riguarda il ricorso a prestazioni mediche, invece, non sono state rilevate differenze sistematiche tra i due gruppi.


Mescolanza sociale e sviluppo dei quartieri: tra esigenza e fattibilità

Mathilde Schulte-Haller, Beratung&Coaching, Zurigo
Marzo 2011

Il studio si occupa della tematica della mescolanza sociale nell’ambito dello sviluppo delle città e dei quartieri. Lo scopo è di chiarire se, ossia in quali contesti concreti della pianificazione, la mescolanza sociale sia adatta per definire le analisi delle situazioni problematiche oppure gli obiettivi dello sviluppo dei quartieri. Destinate ai responsabili in questione, le conclusioni tratte da quest’analisi critica del concetto della mescolanza sociale offrono una base comune per facilitare la comprensione concettuale nonché linee direttive per una buona prassi nello sviluppo dei quartieri.


Integrazione nel mercato del lavoro dei cittadini dell’UE/AELS in Svizzera

Prof. George Sheldon, università di Basilea
Dicembre 2009 – febbraio 2011

L’Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE (ALC) è il vero e proprio fulcro degli accordi bilaterali I. Grazie all’entrata in vigore del protocollo II, il 1° giugno 2009, i cittadini di complessivi 27 Stati UE e tre Stati AELS possono accedere in maniera agevolata al mercato del lavoro svizzero. Per i nuovi Stati membri dell’UE (Repubblica ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria) sono stati definiti dei termini transitori, il che significa che vigono ancora limitazioni che però saranno gradualmente abolite. Le imprese svizzere, dal canto loro, beneficiano grazie all’ALC di maggiori possibilità di reclutamento nello spazio UE. La libera circolazione delle persone è tanto più importante quanto più si considera, a medio termine, la tendenza al regresso che per motivi demografici caratterizza l’offerta di manodopera indigena. La crisi economica ha sollevato una nuova controversia attorno all’immigrazione in provenienza dall’UE. Da più parti si sente dire che un numero crescente di stranieri disoccupati starebbe sollecitando oltremodo l’assicurazione contro la disoccupazione.

In questo contesto, lo studio si china su tre tematiche centrali:

  • lo sviluppo dell’immigrazione in Svizzera e della migrazione di ritorno di manodopera proveniente da Stati dell’UE-17/AELS,
  • l’entità dell’integrazione sul mercato del lavoro svizzero di questi stranieri
  • e l’impatto sui salari della popolazione indigena (Svizzeri e stranieri residenti) provocato dall’immigrazione in provenienza dall’UE-17/AELS dall’entrata in vigore dell’ALC (giugno 2002) a oggi.

La popolazione subsahariana in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Aprile 2008 – gennaio 2011

La popolazione africana resta poco conosciuta in Svizzera. Questo è senz’altro legato al fatto che la migrazione in provenienza dal continente africano è relativamente recente e che il nostro Paese, a differenza di vecchie potenze coloniali, non ha intrattenuto rapporti privilegiati con nessun Stato africano. Lo scopo del presente studio è quello di stendere un inventario dei migranti dell’Africa subsahariana che vivono in Svizzera. L’approfondimento delle nozioni sociodemografiche riguardanti la popolazione africana in Svizzera costituisce, tra le altre cose, un’importante premessa in vista dell’elaborazione di strategie politiche di partenariato con questi migranti in ambiti connessi ai progetti di sviluppo, all’integrazione e al ritorno volontario.


L’immigrazione di personale medico in Svizzera

Osservatorio svizzero della salute, Neuchâtel
Novembre 2010

I sistemi sanitari dei Paesi sviluppati e dei Paesi in via di sviluppo si trovano al momento di fronte a una penuria crescente di professionisti in ambito medico. In questo contesto la Svizzera beneficia di una situazione privilegiata giacché può ovviare alla penuria locale reclutando del personale qualificato formato all’estero. Pur reclutando queste persone nei Paesi limitrofi, contribuisce per effetto domino al drenaggio di personale qualificato nei Paesi più svantaggiati.

Il presente rapporto riunisce l’informazione statistica di nove fonti di dati, focalizzandosi sui medici e sul personale infermieristico impiegati negli ospedali e negli stabilimenti per anziani. I dibattiti attorno al reclutamento internazionale vertono sull’effettivo e sui flussi delle persone formate all’estero. Il presente rapporto persegue un triplice obiettivo: (1) stimare l’entità del flusso migratorio netto di professionisti qualificati che entrano in Svizzera, il quale indica a sua volta le dimensioni della dipendenza del sistema sanitario dal reclutamento internazionale; (2) descrivere il rapporto tra i flussi migratori e l’evoluzione delle riserve di personale medico impiegato dalle istituzioni sanitarie, da un lato, e l’evoluzione delle nuove leve formate in Svizzera, dall’altro; e (3) proporre degli indicatori da applicare in vista di monitorare l’evoluzione futura dell’immigrazione di personale medico in Svizzera.


La diaspora somala ed eritrea in Svizzera

Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, Berna
Agosto 2010

Le comunità della diaspora somala ed eritrea sono sparse in numerosi Paesi del mondo. A fine 2008 vivevano in Svizzera circa 7000 somali e oltre 7500 eritrei. Negli ultimi anni entrambi i gruppi sono continuamente aumentati in seguito alla crescita delle domande d’asilo. Lo studio offre una panoramica dei principali fatti e informazioni in merito ai due gruppi di migranti, delle loro storie di migrazione e della loro situazione socioeconomica in Svizzera. Vista la varietà dei temi toccati, lo studio è destinato a un largo pubblico: rappresentanti dei Comuni, dei Cantoni e della Confederazione, responsabili del settore dell’integrazione e altre istituzioni od organizzazioni (istituzioni sociali, scuole, settore sanitario, datori di lavoro, polizia giustizia, ecc.) nonché alle persone interessate che entrano in contatto con somali ed eritrei nel quadro della loro attività.


Richiedenti l’asilo respinti che percepiscono per lungo tempo il soccorso d’emergenza

Büro Vatter, Berna
Novembre 2009 – maggio 2010

I richiedenti l’asilo oggetto di una decisione di allontanamento passata in giudicato ai quali è già stato fissato un termine di partenza (magari già scaduto) non hanno più diritto alle prestazioni dell’aiuto sociale previste per i richiedenti l’asilo. Fino alla partenza dalla Svizzera possono beneficiare soltanto dell’aiuto in situazioni di bisogno (soccorso d’emergenza) conformemente all’art. 12 della Costituzione federale.

Lo studio analizza la fruizione del soccorso d’emergenza da parte dei richiedenti l’asilo oggetto di una decisione di allontanamento. Il focus è stato posto sulla fruizione di lungo periodo: descrizione del fenomeno e problemi connessi, possibili spiegazioni e possibili misure di miglioramento, il tutto alla luce della prassi applicata in materia d’esecuzione nei Cantoni.


EUCITAC

Forum svizzero per lo studio della migrazione e della popolazione, università di Neuchâtel
Febbraio – dicembre 2009

L’evoluzione e l’attuazione del diritto, la ricerca e la statistica in Europa presentano una forte colorazione nazionale. Pertanto risulta talvolta difficile reperire e accedere ai dati e solo un elevatissimo onere lavorativo consente un confronto tra sistemi nazionali.

EUCITAC mira a creare una piattaforma d’informazione e di ricerca che consenta un facile accesso e confronto degli aspetti giuridici e politici nel settore della cittadinanza in seno ai 27 Stati membri dell’UE e dei Paesi limitrofi. L’UFM appoggia tale progetto nel quadro del suo credito per la ricerca.


Studio benchmark sulla prassi in materia d’asilo in Danimarca e Gran Bretagna

International Centre for Migration Policy Developent ICMPD
Agosto – novembre 2009

Negli ultimi anni la Svizzera è stata chiamata a fronteggiare un elevato numero di domande d’asilo, mentre Danimarca e Gran Bretagna sono riuscite, dal 2001, rispettivamente dal 2002, a ridurre nettamente tali cifre. Nel 2008 la Gran Bretagna ha registrato un numero di domande di poco superiore al quinto della quantità registrata nel 2002. In Danimarca trattasi addirittura di un settimo.

L’evidente calo delle domande d’asilo registrate in Danimarca e Gran Bretagna fa pensare che tra il 2000 e il 2008 questi due Stati abbiano modificato la loro politica e prassi in materia d’asilo. Per l’UFM è interessante conoscere le modifiche concrete adottate nella prassi in materia d’asilo e il loro impatto sulle cifre.

Le modifiche della prassi in materia d’asilo e il loro influsso sull’attrattiva del Paese di destinazione possono essere illustrati in base all’esempio dei tre gruppi di richiedenti l’asilo provenienti da Eritrea, Iraq e Somalia.


Giovani con un passato migratorio nella transizione verso l’età adulta

Hochschule für Soziale Arbeit, Lucerna
Maggio 2008 – novembre 2009

Nel quadro del programma di promozione dell’integrazione della Confederazione, il Centro di ricerca della Scuola superiore di lavoro sociale di Lucerna ha svolto a Emmen, dal gennaio 2005 al giugno 2006, uno studio vertente sull’interconnessione sociale dei giovani con un passato migratorio. La seconda inchiesta presso giovani con un passato migratorio è tesa a osservare e vagliare i passi importanti dei giovani nella transizione verso l’età adulta: tale transizione è caratterizzata da processi quali il posizionamento professionale (ricerca di un posto di formazione, ricorso alle offerte «ponte») nonché da cambiamenti per quanto concerne il contesto sociale. Al termine dello studio si tratterà di elaborare, in collaborazione con specialisti attivi nella prassi, raccomandazioni destinate alla politica in materia di giovani e d’integrazione.


Studio della diaspora turca e curda in Svizzera

Swiss Academy for Development, Bienne
Ottobre 2008 – settembre 2009

Alla fine del 2007, la diaspora turca in Svizzera rappresentava 72 633 persone ovvero circa il 4,6 per cento della popolazione residente permanente straniera. Circa 2000 persone originarie della Turchia si trovano in procedura d’asilo.

Studi realizzati a Zurigo rilevano forti deficit integrativi per quanto concerne la lingua, soprattutto tra le donne. Sussistono inoltre indicatori di un basso livello di integrazione culturale. La partecipazione alla scuola e alla formazione dei genitori si situa perlopiù al di sotto della media.

Lo scopo è di allestire una documentazione chiara e panoramica (atlante). Lo studio intende fornire informazioni agli specialisti che lavorano a contatto con persone di origine turca e curda in merito al loro passato migratorio e alla loro situazione esistenziale in Svizzera. Il materiale raccolto sarà inoltre disponibile per servizi esterni, ad esempio personale insegnante.


Diaspora kosovara in Svizzera

Hochschule für Soziale Arbeit, Lucerna
Agosto 2008 – luglio 2009

Gli immigrati provenienti dal Kosovo costituiscono da qualche anno a questa parte una cospicua minoranza della Svizzera. L’immigrazione, avvenuta per ondate susseguenti, ha originato processi integrativi diversi e problematiche specifiche. Nonostante la lunga tradizione migratoria, le conoscenze disponibili in Svizzera per quanto concerne i cittadini kosovari sono assai esigue. Lo studio è teso a fornire agli specialisti che lavorano a contatto con cittadini kosovari, informazioni sul passato migratorio e sulle condizioni vitali di queste persone in Svizzera. Tali informazioni vertono in particolare sugli ambiti in cui si osservano problemi nei contatti con questo gruppo di immigrati.


Studio sulla diaspora portoghese in Svizzera

Forum svizzero per lo studio della migrazione e della popolazione, università di Neuchâtel
Gennaio 2008 – giugno 2009

Si sa poco sul pur cospicuo gruppo dei Portoghesi in Svizzera. Da studi puntuali emerge tuttavia che le persone provenienti dal Portogallo presentano deficit integrativi relativamente importanti (disoccupazione, lingua ecc.). Si tratta ora di analizzare più da vicino diversi aspetti. Lo scopo è di allestire una documentazione chiara e panoramica (atlante). Lo studio intende fornire informazioni agli specialisti che lavorano a contatto con persone di origine portoghese in merito al loro passato migratorio e alla loro situazione esistenziale in Svizzera. Il materiale raccolto sarà inoltre disponibile per servizi esterni, ad esempio personale insegnante.


Naturalizzazione e integrazione in Svizzera

Hamburgisches WeltWirtschaftsInstitut
Gennaio 2009 – maggio 2009

Lo studio analizza da un lato l’evoluzione del numero e della struttura delle immigrazioni in Svizzera negli ultimi 20 anni. Si concentra poi sul successo riscontrato dalle persone naturalizzate rispetto ai cittadini stranieri e svizzeri per quanto riguarda l’integrazione sul mercato del lavoro. Se – come emerge da studi paragonabili svolti in altri Paesi occidentali – si dovesse constatare che il gruppo delle persone naturalizzate si distingue nettamente per quanto concerne il livello di formazione e l’integrazione professionale, i ricercatori intendono analizzare i motivi di tali differenze.


Partenariati in materia di migrazione

Università di Lucerna
Ottobre 2008 – settembre 2010

La nozione di «partenariati in materia di migrazione» è sinonimo di soluzioni «win-win» nel management politico dei flussi migratori. I partenariati in materia di migrazione stabiliscono legami tra temi specifici del settore della migrazione e altri ambiti politici quali sviluppo, commercio, finanze o sicurezza. Richiedono pertanto un grado particolarmente elevato di coordinamento tra tutte le parti coinvolte. Lo studio analizza, in base a quattro esempi su scala binazionale regionale e internazionale, i fattori che danno forma a siffatti partenariati.

Lo studio sfocerà in una definizione delle condizioni che consentono di realizzare partenariati in materia di migrazione quali nuovi strumenti della politica migratoria internazionale.


Studio pilota per uno studio prospettivo della salute psichica e della fruizione di prestazioni mediche presso i richiedenti l’asilo

Servizio ambulatoriale per le vittime della tortura e della guerra della clinica universitaria di Zurigo
Aprile 2008 – marzo 2009

Attualmente in Svizzera si dispone di pochi dati affidabili relativi alla salute psichica e al ricorso a prestazioni mediche dei richiedenti l’asilo. In base a svariati indizi si presume tuttavia che i richiedenti l’asilo siano confrontati in misura superiore alla media a problemi di salute, in particolare turbe psichiche. Tuttavia non è chiaro se alla base di questi problemi vi siano fattori (quali ad esempio traumi) insorti prima della migrazione oppure se a causare i disturbi sono piuttosto le condizioni di vita nel Paese ospite e lo sradicamento dal contesto sociale abituale. Lo studio pilota è teso a vagliare la fattibilità di uno studio prospettivo di maggiori dimensioni.


Paragone tra procedure negli aeroporti

International Centre for Migration Policy Development ICMPD
Novembre 2008 – marzo 2009

Le domande d’asilo presentate presso gli aeroporti svizzeri costituiscono un caso speciale nella procedura d’asilo. Infatti i richiedenti l’asilo si trattengono nella zona di transito dell’aeroporto per l’intera durata della procedura di prima e seconda istanza, senza dunque entrare nel Paese di destinazione. È quanto distingue la procedura negli aeroporti dalla procedura all’interno del paese. Lo studio, che analizza e confronta le basi legali e la prassi di sette aeroporti europei selezionati, intende approfondire le conoscenze per ora lacunose per quanto concerne le procedure negli aeroporti di altri paesi europei.


Cupola, tempio, minareto. Un progetto documentario

Università di Lucerna
Aprile 2008 – marzo 2009

Il progetto rileva e documenta, sull’intero territorio svizzero, gli edifici riconoscibili quali luoghi di culto eretti dopo la Seconda Guerra mondiale in risposta alla migrazione transfrontaliera. L’obiettivo è di creare un sito internet con foto e informazioni sulla storia e l’utilizzo dei luoghi di culto.


Annuario svizzero per la politica dello sviluppo

Institut de Hautes Études Internationales et du Développement (IHEID), Ginevra
Gennaio 2008 – gennaio 2009

L’annuario dell’IHEID è incentrato sul legame tra aiuto allo sviluppo e migrazione. Trattasi di illustrare i concetti base, le nuove teorie e trends attorno alla migrazione e all’aiuto allo sviluppo nonché i principali attori in Svizzera e all’estero con i rispettivi campi d’attività.


Diritto svizzero in materia di asilo, standard europei e diritto internazionale in materia di rifugiati: uno studio comparato

ACNUR
Novembre 2008 – gennaio 2009
Pubblicato presso l’editore Stämpfli, Berna (ISBN 978-3-7272-9529-4)

In virtù dell’accordo di associazione Schengen/Dublino, il regolamento Dublino II, ossia un atto normativo centrale nel processo europeo di armonizzazione del diritto in materia di asilo, è applicato direttamente in Svizzera. Con il Patto di Amsterdam gli Stati membri dell’Unione europea hanno definito la politica d’asilo un compito comunitario e fissato standard minimi per determinati settori centrali del diritto in materia di asilo. Nel quadro della prima fase dell’armonizzazione UE del settore dell’asilo, sono state adottate direttive con standard minimi da applicare negli Stati membri. La Svizzera dovrà considerare in misura sempre maggiore l’acquis europeo sull’asilo. Il presente studio mette a confronto il diritto svizzero in materia di rifugiati con quello europeo e verifica la compatibilità dei due sistemi giuridici con gli standard internazionali quali quelli stabiliti dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati e altri strumenti che tutelano i diritti umani.


Fattori di successo per l’integrazione nel mercato del lavoro

KEK-CDC Consultants, Zurigo
Settembre 2008

Lo studio analizza i motivi per i quali i Cantoni hanno più o meno successo in termini d’integrazione dei rifugiati. Rileva sia i cosiddetti «hard facts» (composizione e caratteristiche strutturali diverse del gruppo target nei vari Cantoni) sia i cosiddetti «soft facts» (organizzazione, varietà dell’offerta, tipologia e intensità delle misure di promozione, ecc.).


Analisi delle reti sociali

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (SFM), università di Neuchâtel
In collaborazione con l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Novembre 2006 – dicembre 2007

Nei Paesi Bassi sono da tempo assai diffuse le iniziative del Governo volte a mettere il potenziale delle organizzazioni di migranti al servizio della politica sanitaria e integrativa. Le organizzazioni di migranti hanno l’importante ruolo di punto di partenza per le campagne d’informazione. In ambito germanofono, tali iniziative sono invece assai recenti. Lo studio intende illustrare i modelli esistenti che hanno consentito di attuare con successo l’informazione delle persone straniere. Lo studio persegue inoltre possibli miglioramenti, anche dal profilo dell’efficienza, per quel che concerne la diffusione di informazioni in ambito sanitario e integrativo.


Integrazione e sviluppo di quartieri nelle città svizzere di taglia piccola e media

MARS Michal Arend Research Solutions, Zollikon
Gennaio 2008 

I problemi integrativi tendono ad accumularsi nelle agglomerazioni. Nel quadro del «Rapporto sulle misure integrative» (decreto del Consiglio federale del 22 agosto 2007), la Confederazione promuove pertanto lo sviluppo di quartieri in zone urbane selezionate. Il presente studio offre le basi per poter decidere quali quartieri sostenere nel quadro di progetti pilota (cosiddetti «Projets urbains»). Entrano in linea di conto segnatamente le città e agglomerazioni di taglia media che presentano deficit integrativi (che vanno accumulandosi) e non sono ancora riuscite a creare le necessarie istituzioni per la promozione dell’integrazione. Nell’interpretare lo studio va osservato che non è possibile raffrontare direttamente i Comuni tra loro: i problemi e le affermazioni vanno soppesati entro il loro contesto particolare.


La diaspora srilankese in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (SFM), università di Neuchâtel
Novembre 2007

Con ca. 32 000 cittadini, lo Sri Lanka è attualmente il dodicesimo Paese d’origine della popolazione residente permanente in Svizzera. Nel dibattito pubblico l’origine e la «cultura» hanno una rilevanza del tutto particolare. Vi sono già stati numerosi studi vertenti su gruppi in diaspora. Sinora, tuttavia, le autorità non dispongono di buone visioni d’insieme che illustrino i fatti e le date principali, le forme organizzative e le tendenze attuali. Nel quadro di uno studio pilota sulla diaspora srilankese in Svizzera s’intende fornire per la prima volta la visione d’insieme sopra descritta.


Partenariati in materia di migrazione. Rilevazione. Presentazione del modello nel contesto internazionale e svizzero

OIM Berna
Agosto 2006 – settembre 2007

L’Organizzazione internazionale delle migrazioni OIM ha realizzato a Berna uno studio volto a offrire a chi è chiamato a decidere nonché agli specialisti interessati una definizione esatta della nozione di partenariato in materia di migrazioni. Lo studio illustra lo stato attuale del dibattito a livello nazionale e internazionale sul tema e presenta un progetto concreto dell’UFM nei Balcani occidentali.


Studio qualificato sui modelli di malattie e le attese terapeutiche dei migranti affetti da traumi

Ambulatorio per le vittime della guerra e della tortura
2006 – 2007

Lo studio era teso a meglio individuare le concezioni e aspettative delle persone migranti onde mettere a punto e applicare modelli di cure mirati e più efficaci nel settore dell’asilo.


Studio catamnestico a lungo termine concernente le persone nel settore asilo affette da traumi psichici

Centro socioterapeutico dell’organizzazione dell’asilo (Sozialtherapeutisches Zentrum der Asyl-Organisation), Zurigo
2002 – 2007 

Questo studio è teso a seguire a lungo termine le persone del gruppo in esame, onde identificare fattori rilevanti che possono aver influito sulla loro evoluzione dal profilo sanitario e integrativo. È inoltre avanzata un’ipotesi statistica in merito a tendenze e fattori che caratterizzano l’evoluzione a lungo termine di queste persone.


Rifugiati somali in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Gennaio 2004 – gennaio 2006

In Svizzera risiedono circa 5000 rifugiati e richiedenti l’asilo somali. Il presente studio descrive il profilo della popolazione somala in Svizzera ed evidenzia le rispettive storie e traiettorie migratorie. L’analisi è completata da una panoramica circostanziata delle condizioni di vita e delle politiche in materia d’asilo della Svizzera e di altri Paesi ospiti lungo il percorso migratorio.


Impatto dell’allargamento a est dell’UE sull’economia e sul mercato del lavoro svizzeri

Prof. Yves Flückiger, università di Ginevra
Gennaio – dicembre 2005

Lo studio analizza gli impatti che potrebbe avere l’allargamento a est dell’UE sull’economia e sul mercato del lavoro svizzeri.


Elementi determinanti per le traiettorie d’asilo dei rifugiati d’Africa

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (SFM), università di Neuchâtel
Marzo 2003 – aprile 2005

Lo studio verte sull’evoluzione delle domande d’asilo dall’Africa dal 1992 a questa parte. Esso tratta inoltre i temi seguenti: influsso di provvedimenti politici sul flusso migratorio, strategie migratorie dei richiedenti l’asilo dell’Africa occidentale, interrogatorio di potenziali migranti nella regione d’origine e processi decisionali di richiedenti l’asilo africani in uno Stato terzo.


Promozione linguistica nella seconda lingua per migranti: un’analisi dell’offerta

Büro für Arbeits- und sozialpolitische Studien BASS, Berna
Giugno 2004 – aprile 2005

Lo studio presenta una panoramica delle offerte per adulti bilingue (scuola post-obbligatoria e persone maggiori di 16 anni) e ne individua le lacune. L’analisi si focalizza sulle offerte per il livello linguistico A1 conformemente al portfolio europeo delle lingue. Lo studio elabora inoltre le prime basi per sviluppare una strategia globale per la promozione delle competenze in una lingua locale.


Tratta di esseri umani e migrazione irregolare in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Gennaio 2003 – aprile 2005

Malgrado il tema della tratta di esseri umani riscuota grande interesse nei media, le relative conoscenze sono per lo più poco differenziate e sicure. Lo studio esamina le diverse forme, i retroscena e le dinamiche della tratta di esseri umani in Svizzera. Oltre ad analizzare i dati e le statistiche esistenti, gli autori hanno condotto più di 40 interviste personali per raccogliere e valorizzare le conoscenze di esperti e addetti ai lavori. In quanto contributo svizzero a un progetto di ricerca europeo, lo studio, finanziato dall’allora Ufficio federale dei rifugiati, mirava a partecipare con i suoi risultati a riformulare una politica migratoria che combatta efficacemente la tratta di esseri umani ma senza compromettere i diritti umani in agenda a livello internazionale.


A-Care – assistenza sanitaria ai richiedenti l’asilo nella Città di Basilea

Istituto di scienze mediche, Ospedale universitario di Basilea
2004 – 2005

Nel 2000 l’ospedale universitario di Basilea Città ha messo a punto uno speciale modello assicurativo managed-care per richiedenti l’asilo. Il modello non si limitava alle cure ambulatorie ma copriva altresì l’intera catena terapeutica. Il progetto, durato quattro anni, ha consentito di assicurare un migliaio di richiedenti l’asilo. Le condizioni di salute, le prestazioni assistenziali e il loro costo sono stati accuratamente documentati. Al termine del progetto, l’UFM ha incaricato un gruppo di periti dell’università di Basilea di procedere a una valutazione statistica dei dati concernenti le diagnosi, le prestazioni mediche fornite e i relativi costi e, in base a tale valutazione, analizzare i fattori con un’incidenza sull’assistenza medica a questo gruppo di pazienti.


Migrazione e impiego: gli accordi bilaterali si trovano a un bivio

OCSE, Parigi, e Ufficio federale dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’emigrazione, Berna
Dicembre 2004
Opera pubblicata a cura dell’OCSE (versione francese: ISBN 92-64-108696; versione inglese: ISBN 92-64-10867-X)

La pubblicazione propone una panoramica delle prassi dei Paesi dell’OCSE per quanto riguarda il reclutamento di manodopera straniera, analizza gli ostacoli che possono intralciare i negoziati di nuovi accordi di reclutamento di manodopera e presenta le prospettive legate a un’eventuale cooperazione in materia di migrazione della manodopera o di sviluppo nei Paesi d’origine.

Il rapporto illustra anzitutto gli accordi bilaterali e le altre forme di reclutamento di manodopera straniera in diversi Paesi dell’OCSE (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Repubblica ceca, Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera) nonché nelle Filippine e in Romania. Descrive la gestione e l’attuazione di queste prassi e ne analizza l’impatto sui mercati del lavoro, sullo sviluppo economico e sulle politiche migratorie dei Paesi d’accoglienza e d’origine. La pubblicazione esamina altresì le prospettive di sviluppo di questo tipo di migrazione. L’allegato contiene un elenco dei principali accordi siglati dai Paesi dell’OCSE, per tipologia di reclutamento.


«Sans-papiers» in Svizzera: non la politica d’asilo bensì il mercato del lavoro è il fattore determinante

gfs.bern, Berna
Luglio – dicembre 2004

In base alle stime di sei agglomerati svizzeri (GE, TI, TG, BS, ZH, Losanna), lo studio stabilisce una stima approssimativa del numero di «sans-papiers» in Svizzera.


Sans-papiers in Svizzera: contraddizioni e conflitti d’interesse

Ufficio federale dei rifugiati UFR
2004

Le recenti misure riguardanti il settore dell’asilo in Svizzera, con le loro prescrizioni di risparmio, origineranno una nuova generazione di sans-papiers? La politica restrittiva in materia di asilo e migrazione indurrà un costante aumento del numero di persone che vivono e lavorano in Svizzera senza un regolare permesso di soggiorno? In particolar modo dal 2001, anno che aveva visto l’occupazione di diverse chiese, la tematica dei sans-papiers ha catalizzato l’attenzione della popolazione e dei media, acquisendo al tempo stesso una crescente rilevanza politica. Da allora i partiti hanno integrato la tematica nei rispettivi programmi, si sono pronunciati al riguardo e hanno preso coscienza dell’importanza, urgenza e attualità del fenomeno.

Nell’ottica di uno sviluppo della politica basato sull’evidenza, l’Ufficio federale dei rifugiati ha allestito una bibliografia riguardante il fenomeno dei sans-papiers in Svizzera e ha consacrato in uno studio i fatti attualmente noti. Lo studio illustra e definisce la nozione di sans-papiers e propone una carrellata storica sui sans-papiers in Svizzera, vagliando diversi, possibili motivi all’origine del fenomeno. Getta inoltre uno sguardo sul modo in cui la tematica è affrontata nei media – concentrandosi sulla Svizzera tedesca, da un lato, e sulla Romandia, dall’altro. Infine, propone un confronto tra l’illegalità in cui si muovono i sans-papiers e la situazione giuridica, sia teorica sia pratica.


Promovimento dell’integrazione degli stranieri: Valutazione del programma basato sui punti fondamentali dal 2001 al 2003

INFRAS Forschung und Beratung, Berna
2004

Nel 2001 per la prima volta la Confederazione ha stanziato mezzi finanziari a favore della promozione dell’integrazione degli stranieri. Nel primo periodo del programma, questi contributi sono stati assegnati dall’Ufficio federale dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’emigrazione (IMES) su richiesta della Commissione federale degli stranieri (CFS).

La valutazione del programma prioritario 2001-2003 valuta il concetto di programma, l’attuazione, le prestazioni e l’impatto del progetto, nonché il raggiungimento degli obiettivi del programma fino ad oggi, come complessivamente positivi. La valutazione raccomanda di proseguire la promozione dell’integrazione avviata a livello federale, di mantenere la combinazione di priorità esistenti (ad es. diverse priorità) e nuove (ad es. nuove priorità) e di promuovere ulteriormente il processo di apprendimento degli attori attraverso un migliore monitoraggio del successo, garantendo al contempo risorse di personale adeguate.


Modello terapeutico-assistenziale e standard per un’assistenza e una terapia a bassa soglia destinate a persone rientranti nel settore dell’asilo affette da malattie psichiche e traumi

Centro etnologico-psicologico dell’Organizzazione per l’asilo, Zurigo
2003

Lo studio, documentando e analizzando il lavoro del Centro etnologico-psicologico, era teso a valutarne scientificamente l’approccio terapeutico e assistenziale nei confronti di richiedenti l’asilo affetti da malattie psichiche e traumi. Esso prevedeva inoltre un’analisi costi-benefici che illustrasse l’efficienza e i vantaggi di siffatte strutture speciali. In parallelo si trattava infine di formulare standard qualitativi per l’assistenza ai richiedenti l’asilo affetti da traumi e malattie psichici, applicabili poi in tutta la Svizzera alle offerte delle istituzioni specializzate per l’assistenza e le cure a persone nel settore dell’asilo affette da traumi o malattie psichiche.


Rifugiati illustri in esilio in Svizzera

Ufficio federale dei rifugiati
2003

Il progetto, interno all’Ufficio, mirava a esaminare il soggiorno di dieci rifugiati illustri che hanno vissuto in esilio in Svizzera nel secolo scorso. A tal scopo sono stati analizzati gli incarti dei rifugiati conservati negli archivi dell’Ufficio. Il denominatore comune dei singoli contributi è la relazione intercorsa tra le autorità e queste personalità: da un lato viene illustrato il rapporto che le autorità intrattenevano con i rifugiati, dall’altro la percezione che questi ultimi avevano delle autorità. Sono stati trattati i casi di Bertolt Brecht, Stephan Hermlin, Agota Kristof, Thomas Mann, Hans Mayer, Robert Musil, Michel Olian, Ignazio Silone, Fritzi Spitzer e Otto Heinrich Weissert.


Studio sulla portata delle analisi LINGUA

Swiss Hospitality Engineering Consultants S.A., Losanna
Febbraio 2002

Nel 1997 l’Ufficio federale dei rifugiati (UFR) ha istituito un’unità scientifica incaricata di accertare la provenienza dei richiedenti l’asilo le cui identità e nazionalità sono incerte. Al 31 dicembre 2001, l’unità, denominata LINGUA, aveva condotto più di 6600 perizie su richiedenti l’asilo provenienti da tutto il mondo. Per determinare il Paese di provenienza di un richiedente, gli esperti indipendenti assunti da LINGUA si basano sia sulla lingua che parla (dialetto, lessico, ecc.) sia sulle sue conoscenze del Paese di provenienza e sulla sua cultura (esperienze personali). La perizia ottenuta secondo questi criteri fornisce all’autorità un quadro più completo sul richiedente consentendole così di prendere una decisione più solida e fondata.

Lo studio si prefigge di esaminare la portata generale delle perizie LINGUA ai vari stadi della procedura d’asilo (registrazione, decisione in materia di asilo, ricorso e allontanamento). Secondo i risultati cui giunge, tali perizie hanno un impatto globalmente positivo sulla durata di una procedura poiché permettono di ridurla sensibilmente. Ciò si ripercuote direttamente e favorevolmente sui costi in quanto riduce in proporzione le prestazioni assistenziali versate ai richiedenti. Nel 76 per cento dei casi analizzati, le perizie LINGUA sono un elemento importante se non determinante nel processo decisionale, il che ne dimostra la validità come strumento di aiuto alla decisione. La loro utilità è confermata anche a livello di procedura di allontanamento in quanto se n’è tenuto conto per determinare il Paese verso cui estradare il ricorrente nel 79 per cento dei casi.


I richiedenti l’asilo sul mercato del lavoro svizzero 1996-2000

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Ottobre 2000 – gennaio 2002

Quale ruolo assumono i richiedenti l’asilo nell’economia svizzera? Rispondono a una domanda specifica di manodopera oppure rimangono ai margini del sistema economico e a carico dell’assistenza pubblica? La presente opera risponde a queste domande fondandosi su un’analisi dell’occupazione dei 200 000 richiedenti l’asilo che hanno soggiornato in Svizzera tra il 1996 e il 2000.


Aiuto sociale per richiedenti l’asilo nel confronto europeo

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Gennaio 1999 – febbraio 2001

In considerazione del fatto che da alcuni anni il numero di persone nel settore dell’asilo è in crescita e visti i più recenti sviluppi nell’ambito dei rifugiati, le cerchie responsabili sono vieppiù preoccupate per l’aumento dei costi dell’assistenza. Nel quadro dei dibattiti politici si avanza tra l’altro l’ipotesi che sia il livello delle prestazioni sociali in Svizzera (co)responsabile dell’immigrazione relativamente elevata. Sebbene simili considerazioni siano formulate anche in altri Paesi europei, finora mancano studi circostanziati sul ruolo svolto dalle prestazioni sociali quali motivazioni per la scelta di un Paese di destinazione. Sovente un’analisi fattuale dell’argomento fallisce già allorquando si tratta di valutare l’aiuto sociale in un confronto internazionale. Il presente studio si prefigge di fornire un contributo in tal senso mettendo a confronto l’entità del sostegno negli Stati europei, senza tuttavia affrontare la questione se e in che misura il livello delle prestazioni sociali determini le destinazioni dei migranti.


L’attuale migrazione Rom da Paesi candidati all’adesione all’UE

International Centre for Migration Policy Development ICMPD
Febbraio 2001

Tra il 1997 e il 2000 diversi Stati, tra cui la Svizzera, hanno constatato un aumento delle domande d’asilo depositate da persone di etnia Rom provenienti da Paesi dell’Europa centrale e orientale candidati all’adesione all’UE. Lo studio analizza i flussi migratori e discute diverse opzioni d’intervento.


Destinazione d’asilo Europa: una geografia dei movimenti migratori

Forum svizzero per gli studi sulle migrazioni e la popolazione (Università di Neuchâtel)
Febbraio 1999 – gennaio 2001
Pubblicato presso l’editore Seismo, Zurigo (ISBN 978-3-908239-81-9)

Nel corso dei due ultimi decenni, le migrazioni di rifugiati sono aumentate considerevolmente a livello sia mondiale che europeo. Nella maggior parte degli Stati i dibattiti sui fenomeni migratori, e in particolare sulla forma da dare alla politica d’asilo, sono fortemente polarizzati e gli aspetti emotivi sono enfatizzati. Finora, le circostanze e i fattori che definiscono la geografia dei movimenti di migranti in cerca di asilo all’interno dell’Europa non sono ancora stati approfonditamente studiati. Il presente studio colma questa lacuna e introduce nella discussione fatti e argomenti empiricamente fondati. Esamina le strategie individuali dei richiedenti l’asilo nonché i processi socioeconomici e geopolitici alla base dei flussi migratori internazionali. Da un lato, sulla base dell’esempio di sei Paesi europei, lo studio rileva gli effetti di misure legali e amministrative sull’evoluzione dei movimenti migratori tra il 1992 e il 1999, dall’altro sviscera i modelli decisionali e i meccanismi che influenzano la scelta di un Paese d’asilo nonché i percorsi migratori individuali.


Le quattro iniziative sull’inforestierimento del 1970, 1974, 1977 e 1988: argomenti pro e contro

Ufficio federale dei rifugiati UFR
Agosto 2000

Sulla base di articoli di stampa risalenti agli anni 1970‒1988, l’Ufficio federale dei rifugiati ha riassunto i principali argomenti pro e contro addotti dalle iniziative sull’inforestierimento del 1970, 1974, 1977 e 1988.


Studio sulla fattibilità: valutazione del programma svizzero di aiuto al ritorno dell’Ufficio federale dei rifugiati

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Gennaio 2000 – luglio 2000

Secondo questo studio sulla fattibilità, il programma di aiuto al ritorno dell’Ufficio federale dei rifugiati si presta a essere valutato. La base di dati disponibile e la strutturazione organizzativa consentono di accedere alle informazioni necessarie in vista di una valutazione.


Compatibilità della procedura d’asilo svizzera con gli sforzi dell’Unione europea di armonizzare il diritto in materia d’asilo

Prof dott. Kay Hailbronner, Università di Costanza
Luglio 1999 – gennaio 2000
Pubblicazione presso le edizioni Schulthess-Verlag, Zurigo (ISBN 3-7255-4006-3)

Lo studio analizza la compatibilità della procedura d’asilo svizzera con gli sforzi dell’Unione europea di armonizzare il diritto in materia d’asilo. Approfondisce in particolare gli aspetti seguenti: (1) condizioni quadro del diritto in materia di asilo e rifugiati dettate dal diritto internazionale e costituzionale, (2) basi giuridiche e fattuali del settore dell’asilo nell’UE, (3) disciplina riguardante gli Stati terzi, (4) snellimento della procedura d’asilo, (5) richiedenti l’asilo provenienti da Stati sicuri, (6) rimpatrio di richiedenti l’asilo respinti e (7) Carrier Sanctions. Lo studio formula infine conclusioni e raccomandazioni all’attenzione dell’Ufficio federale dei rifugiati.


Confronto delle prestazioni sociali per richiedenti l’asilo in cinque Stati europei

Forum svizzero per gli studi sulla migrazione e la popolazione (Università di Neuchâtel)
Ottobre 1998

Lo studio compara le prestazioni sociali corrisposte ai richiedenti l’asilo in cinque Stati europei, ossia Austria, Danimarca, Germania, Italia e Svizzera. Il focus è posto sull’entità delle prestazioni per alloggio, vitto, abbigliamento nonché assistenza medica e sociale in sistemi di aiuto sociale che garantiscono ai rifugiati un sostegno statale a tutto campo per l’intera durata del loro soggiorno. Lo studio evidenzia le differenze tutto sommato minime tra i livelli delle prestazioni fornite da questi Stati. Rileva inoltre le differenze rispetto a modelli di accoglienza che prevedono un sostegno statale ridotto.


La politica svizzera in materia di rifugiati durante la Seconda guerra mondiale

Ufficio federale dei rifugiati UFR
Febbraio 1998

Il simposio organizzato dall’Ufficio federale dei rifugiati ha fatto luce su diversi aspetti della politica svizzera in materia di rifugiati durante la Seconda guerra mondiale. Tra i relatori figuravano storici, filosofi, rappresentanti dell’Amministrazione e testimoni dell’epoca.


Asilo e lavoro: uno studio sull’integrazione professionale di richiedenti l’asilo e rifugiati in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Gennaio 1998

Il progetto di ricerca parte dal dato di fatto che, come previsto, i rifugiati sono molto meno integrati nel mercato del lavoro svizzero rispetto alla popolazione residente permanente. Nel biennio 1995/1996 soltanto il 41 per cento dei richiedenti l’asilo e il 46 per cento dei rifugiati riconosciuti in età lavorativa esercitavano un’attività lucrativa, contro il 78 per cento della popolazione residente permanente. Il progetto di ricerca si prefiggeva di raccogliere maggiori informazioni sulla situazione generale dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati nella vita professionale in Svizzera e di individuare i meccanismi che determinano l’integrazione nel mercato del lavoro. Il rapporto riassume i principali risultati di un progetto di ricerca di circa due anni curato dal Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione su incarico dell’Ufficio federale dei rifugiati.


Un nuovo concetto di politica in materia di migrazione

Commissione peritale Migrazione
Agosto 1997

Il Consiglio federale ha incaricato la Commissione peritale Migrazione di sviluppare gli obiettivi, gli strumenti e le misure di una futura politica in materia di migrazione, esponendo i conflitti di obiettivi, elaborando le misure atte ad appianare questi conflitti ed evidenziando le priorità. La Commissione doveva tener conto, oltre che degli esistenti fondamenti politici e giuridici della politica degli stranieri, della politica d'asilo e della politica internazionale dei rifugiati, anche degli obiettivi della legislatura 1995-1999. Inoltre, doveva prendere in considerazione anche il Rapporto su una politica svizzera in materia di migrazione del maggio 1995 e i risultati della relativa consultazione.


Differenze nazionali nell’integrazione professionale di richiedenti l’asilo

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Dicembre 1996

Il rapporto raccoglie i principali risultati della terza fase del progetto di ricerca sui rifugiati e l’integrazione professionale (Flüchtlinge und Arbeitsintegration), commissionato dall’Ufficio federale dei rifugiati nell’autunno 1995 allo scopo di individuare i fattori determinanti della bassa partecipazione delle persone del settore dell’asilo all’attività lucrativa.


L’integrazione nel mercato del lavoro di richiedenti l’asilo e rifugiati

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Dicembre 1996

Il rapporto presenta i risultati delle due prime fasi di uno studio condotto dal Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione su incarico dell’Ufficio federale dei rifugiati con lo scopo di spiegare le basse percentuali di persone del settore dell’asilo che esercitano un’attività lucrativa e di fornire in tal modo una base per valutare le possibilità di intervenire. La ricerca si fonda su dati dell’Ufficio federale dei rifugiati e dell’Ufficio federale degli stranieri, su diverse serie di dati relativi alla struttura economica dei Cantoni e su interviste.


L’insediamento di rifugiati in Svizzera

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Dicembre 1996

Dagli anni Cinquanta, la Svizzera e alcuni altri Stati occidentali mettono ogni anno a disposizione dell’ACNUR un certo numero di posti per reinsediare in un Paese terzo sicuro i rifugiati maggiormente bisognosi e in pericolo dei campi gestiti dall’ACNUR. Su richiesta dell’ACNUR o di altre organizzazioni internazionale, oltre a questi contingenti, la Svizzera accoglie anche altri gruppi di rifugiati se situazioni particolarmente drammatiche e miserevoli lo richiedono. Gli eventi nell’ex-Iugoslavia e l’accoglienza di un gran numero di persone bisognose, senza contare le generalizzate difficoltà di esecuzione nel settore dell’asilo e il crescente numero di persone in cerca di sostegno, nonché gli sforzi di risparmio del settore pubblico, mettono in discussione la possibilità di proseguire con questa politica. In questo contesto lo studio esamina innanzitutto la rete di relazioni internazionali e la politica dell’ACNUR, dedicandosi in seguito alla prassi svizzera. Descrive e valuta infine diverse opzioni d’intervento.


L’evoluzione delle posizioni delle associazioni e dei partiti svizzeri in materia di politica migratoria

Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione (Università di Neuchâtel)
Ottobre 1996

Parimenti commissionato dall’allora Ufficio federale dei rifugiati, il rapporto è la continuazione dell’analisi «Il campo della politica migratoria svizzera». S’interroga circa la validità delle posizioni dei vari attori che avevano partecipato alla consultazione in margine al «Rapporto su una politica svizzera in materia di migrazione» e tenta di individuare le opportunità di sbocco per l’attuale situazione di stallo.

Ai fini dell’analisi è stato vagliato l’evolversi delle posizioni dei principali attori della politica migratoria. L’analisi ha cristallizzato le opzioni seguenti quali soluzioni di compromesso percorribili: primo, l’introduzione della libera circolazione con l’Europa appare un obiettivo realistico a condizione di essere progressiva e dopo aver persuaso l’opinione pubblica circa l’adozione di misure efficaci contro il dumping salariale e un’immigrazione eccessiva; secondo, l’introduzione della libera circolazione con l’Europa esige, quale compensazione, una riduzione dell’immigrazione in provenienza da Stati extra-europei; terzo, uno statuto di soggiorno breve, compatibile con le regole vigenti all’interno dell’UE, in sostituzione dello statuto di stagionale, appare accettabile; quarto, la politica in materia di stranieri e quella in materia d’asilo devono rimanere distinte tra loro, in considerazione della vasta opposizione sollevata dall’idea di unificare i due settori; quinto, l’introduzione di una politica in materia d’integrazione non dovrebbe scontrarsi con ostacoli insormontabili, a condizione tuttavia di essere presentata come un vantaggio per gli interessi di tutti gli abitanti della Svizzera; sesto, una legge in materia di migrazione ha qualche possibilità di essere accettata unicamente in quanto legge quadro generale.


Il campo della politica migratoria svizzera

Forum svizzero per gli studi sulla migrazione e la popolazione (Università di Neuchâtel)
Maggio 1996

Commissionato dall’allora Ufficio federale dei rifugiati (UFR), il rapporto costituisce un’analisi, sotto il profilo delle scienze politiche, della consultazione relativa al «Rapporto su una politica svizzera in materia di migrazione» del maggio 1995, svolta dallo stesso UFR parallelamente alla valutazione. L’obiettivo del rapporto è quello di evidenziare i settori di conflitto e di consenso dell’odierna politica migratoria della Svizzera.

Questi i principali risultati dell’analisi: la politica internazionale in materia di rifugiati e la politica in materia di asilo sono poco controverse. Il relativo consenso per quanto riguarda la politica internazionale in materia di rifugiati poggia, tuttavia, sulla scarsa formalizzazione della stessa, mentre la politica in materia di asilo è in parte controversa per quanto riguarda la sua attuazione. La cosiddetta politica in materia di stranieri è il settore in cui si osservano i maggiori conflitti. I punti più controversi sono i rapporti con l’UE (libera circolazione o no?), lo statuto di stagionale (abolizione o sostituzione mediante un altro statuto?) e i rapporti con gli Stati non membri dell’UE (modello a tre cerchie o a sole due cerchie?).

Le posizioni divergenti dei vari attori della politica migratoria per quanto riguarda questi tre quesiti sono determinate anzitutto da tre forze: interessi economici, rivendicazioni identitarie nonché impegno umanitario e universalistico. Al centro vi è però la contrapposizione tra gruppi che propugnano un’immigrazione orientata alle necessità economiche e gruppi impegnati nella lotta contro l’«inforestierimento». Per trovare una via d’uscita da questa situazione di stallo, l’istituzione di una commissione peritale (decisa dal Consiglio federale) è sicuramente una strategia concludente. Occorrerebbe tuttavia anche un dibattito di fondo – e di lungo respiro – in merito al posto della Svizzera nell’Europa di domani.


Rapporto su una politica svizzera in materia di migrazione

Peter Arbenz, Winterthur
Maggio 1995

Il 3 luglio 1993 il capo del DFGP, il consigliere federale Arnold Koller, ha incaricato il direttore dell’Ufficio federale dei rifugiati, Peter Arbenz, di elaborare un rapporto su una futura politica svizzera in materia di migrazione. Questo rapporto è stato presentato al Consiglio federale nel 1995, fungendo poi da base per una procedura di consultazione svolta dall’Ufficio federale dei rifugiati nel secondo semestre del 1995.


Asilo in Europa – Asilo in Svizzera: Uno studio comparativo sulla politica di immigrazione e di asilo di alcuni Paesi occidentali

International Centre for Migration Policy Development ICMPD
1995

Lo studio dell’International Centre for Migration Policy Development fornisce una panoramica comparativa della politica in materia di immigrazione e di asilo in alcuni Paesi occidentali (Australia, Austria, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, USA). La panoramica tiene conto anche delle peculiarità della politica interna e della situazione geopolitica della Svizzera nonché degli sforzi europei per definire una nuova politica migratoria.


Politica in materia di stranieri e consenso nazionale

infosuisse, Schweizerische Gesellschaft für politische und wirtschaftliche Forschung, Zurigo
Settembre 1993

L’Ufficio federale dei rifugiati ha cofinanziato un’indagine rappresentativa presso la popolazione svizzera sulla politica in materia di stranieri e di asilo. Lo studio è stato condotto tra gennaio e aprile 1993 dalla Schweizerische Gesellschaft für politische und wirtschaftliche Forschung (infosuisse).

L’indagine giunge alla conclusione che la Svizzera è ancora molto lontana da un consenso nazionale nell’ambito della politica in materia di stranieri. La tolleranza della popolazione svizzera nei confronti degli stranieri può, secondo i risultati di questo sondaggio, essere classificata come relativamente alta, con tuttavia un 30 per cento circa identificato come «xenofobo». Gli intervistati ritengono che la politica in materia di asilo sia più importante e problematica rispetto a quella in materia di stranieri. Sono tuttavia molto più preoccupati per la disoccupazione, i problemi connessi alla droga, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico.

Per quanto riguarda la politica in materia di stranieri e di asilo, la popolazione sembra non essere sufficientemente informata. Inoltre, vi è una chiara discrepanza tra il livello di informazione e la presenza mediatica, ovvero la frequenza con cui questo argomento viene generalmente trattato nei media. Sembrano essere fornite troppo poche informazioni utili. Inoltre, la credibilità delle dichiarazioni di politici e partiti sulla politica in materia di stranieri e asilo è giudicata bassa.


Movimenti migratori e potenziale di violenza

Professor Dott. Hans Christian Röglin, Gesellschaft für Kommunikation (GfK), Thalwil
Aprile 1992

L’Ufficio federale dei rifugiati ha incaricato il professor Hans Christian Röglin di chiarire i nessi tra i movimenti migratori e il potenziale di violenza e di esaminare l’accettazione e l’accettabilità della politica svizzera in materia di asilo. Lo studio del professor Röglin non si basa su un’indagine rappresentativa, ma su interviste mirate con persone della Svizzera tedesca, francese e italiana. Uno studio comparabile è stato condotto nel 1991 anche nella Repubblica Federale di Germania e in Austria.

Nelle sue conclusioni, il professor Hans Christian Röglin chiede un’informazione completa e adeguata sui problemi in materia di rifugiati e migrazione e una comunicazione più intensa tra tutti coloro che sono coinvolti nella politica e nella pratica d’asilo, così come tra i politici e un pubblico più ampio. Questo processo di formazione dell’opinione, necessario per l’accettazione e l’accettabilità della politica in materia di asilo, presuppone che i compiti, le competenze e il campo d’azione delle autorità competenti in materia d’asilo, in particolare dell’Ufficio federale dei rifugiati, siano resi noti a un vasto pubblico. Inoltre, i problemi nel settore dell’asilo e della migrazione devono essere mostrati in tutta la loro complessità e i conflitti di obiettivi esistenti devono essere resi accessibili a una discussione pubblica.


Prospettive dell’assistenza nella politica in materia di rifugiati e di asilo del futuro

Ufficio federale dei rifugiati UFR
Novembre 1990

Nel novembre 1989 il delegato ai rifugiati istituì un gruppo di lavoro composto di rappresentanti dei Cantoni, dei Comuni, delle istituzioni di soccorso private e della Confederazione, incaricato di delineare delle prospettive per quanto riguarda l’assistenza nella politica in materia di rifugiati e di asilo del futuro. Il rapporto del gruppo di lavoro contiene una descrizione della prassi odierna nonché proposte per reimpostare l’assistenza alla luce delle esigenze future.


Conoscenze e posizioni rispetto a questioni di politica in materia di asilo e rifugiati

Prof. Dr. Ulrich Klöti, centro di ricerche di scienze politiche (Forschungsstelle für Politische Wissenschaft) dell’Università di Zurigo
Giugno 1990

Su incarico del Delegato ai rifugiati (DAR), il centro di ricerche di scienze politiche dell’Università di Zurigo ha analizzato le conoscenze e le posizioni degli Svizzeri rispetto a determinate questioni di politica in materia di asilo e rifugiati. A tal fine, nel quadro delle analisi VOX relative alle votazioni federali del giugno 1988 e dell’aprile 1990, sono state condotte per ciascuna votazione 1000 interviste. Gli intervistati sono stati selezionati in base al metodo delle quote, da cui è risultato un campione rappresentativo che ha permesso di trarre dati statistici affidabili con scostamenti compresi tra il 3 e il 5 per cento.

Lo studio è giunto alla conclusione che gli Svizzeri hanno nozioni molto vaghe circa la provenienza e il numero dei richiedenti l’asilo in Svizzera. Sul motivo legale per cui è concesso l’asilo gli intervistati sembrano più informati. Tra giugno 1988 e aprile 1990 il livello di conoscenze è solo leggermente migliorato. I sostenitori di una politica liberale in materia di asilo e chi è contrario a una prassi eccessivamente aperta si differenziano sotto il profilo generazionale e l’orientamento politico. Un altro criterio determinante è la formazione scolastica. Per alcune domande vanno segnalate differenze importanti tra Svizzeri tedeschi e Svizzeri francesi, questi ultimi infatti tendono ad assumere un atteggiamento più aperto.


Ultima modifica 12.03.2021

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