Richiedenti l’asilo eritrei

Attualmente si assiste a un forte flusso migratorio per mare verso l’Italia: si calcola che sino alla fine di luglio 2014 sono approdati a sud della penisola poco meno di 90 000 migranti in provenienza dalla Libia, oltre il doppio che durante l’intero 2013. Circa un terzo di queste persone sono originarie dell’Eritrea.

Nel 2017 sono sbarcati sulle coste meridionali italiane circa 119 500 migranti, transitati per la grande maggioranza – ossia il 90 per cento – dalla Libia. Circa 7000 persone erano cittadini eritrei, quasi un terzo rispetto al 2016 (20 700). Nel 2018 sono sbarcati in Italia 3320 Eritrei. Nel 2019 il loro numero è continuato a scendere. Nei primi nove mesi solo una cinquantina circa di Eritrei sono giunti in Italia adottando la rotta del Mediterraneo centrale. Ciò corrisponde a meno dell’1 per cento di tutti i migranti sbarcati in Italia nell’anno in corso.

Domande d’asilo in Svizzera

Un uomo lavora in una radura e strappa piante selvatiche.
Un richiedente l’asilo eritreo svolge un’attività lavorativa volontaria organizzata dal centro federale d’asilo. (foto: SEM © Thomas Kern)

La categorizzazione delle nuove domande d’asilo di cittadini eritrei mostra come dal 2017 sempre meno persone giungono autonomamente in Svizzera e vi depositano una domanda d’asilo in provenienza dall’Eritrea. Delle 3375 nuove domande presentate da Eritrei nel 2017, 1389 vanno ricondotte a nuove nascite in Svizzera, 797 al ricongiungimento familiare e in 63 casi si è trattato di domande d’asilo multiple (ossia domande reiterate dopo un primo rifiuto). 615 persone sono entrate in Svizzera in modo legale nel quadro del programma di ricollocazione. Questo trend si è confermato anche nel 2018, con 2825 nuove domande d’asilo complessive di cui 491 (17,4 %) presentate da persone giunte illegalmente in Svizzera in maniera autonoma. Nel 2018, pertanto, l’Eritrea non è stata il principale Paese di provenienza delle persone che hanno presentato una «nuova domanda d’asilo», ma si è classificata soltanto al sesto posto tra tutti gli Stati di provenienza dei nuovi richiedenti l’asilo. Questo trend è andato accentuandosi ancora fino al 30 settembre 2019. 214 (9,5%) delle complessive 2255 nuove domande d’asilo registrate sinora nell’anno in corso sono state presentate da persone entrate illegalmente in Svizzera in maniera autonoma.

Qui di seguito il dettaglio delle nuove domanda d’asilo di cittadini eritrei dal 2015:

  2015 2016 2017 2018 2019
(30.9.)
Domande d’asilo dopo entrata autonoma in CH 8573 2942 498 491 214
Domande d’asilo in seguito a nascita in CH 1030 1367 1389 1445 1095
Domande d’asilo in seguito a ricongiungimento familiare 335 583 816 797 864
2a domanda d’asilo dopo rifiuto (domanda multipla) 28 34 57 63 79
Domande d’asilo dopo entrata nel quadro della ricollocazione 0 252 615 29 3
Totale nuove domande d’asilo 9966 5178 3375 2825 2255

Situazione in Eritrea

Dall’indipendenza dell’Eritrea, nel 1993, il Paese è governato da Isaias Afewerki, ovvero dal suo Fronte popolare per la democrazia e la giustizia (PFDJ). Da allora non ci sono state elezioni e la Costituzione adottata nel 1997 non è mai entrata in vigore. Chi critica il Governo è perlopiù incarcerato senza procedimento. Anche la libertà di religione è molto limitata.

Dalla guerra di confine eritreo-etiope 1998-2000, tutti i cittadini eritrei sono obbligati a prestare un «servizio di leva nazionale» – in ambito militare o in ambito civile – che può essere di durata indefinitamente estesa, finora senza alcuna prospettiva di congedo. Il soldo è infimo, il luogo e il contenuto del servizio sono imposti. Nel 2018 l’Eritrea e l’Etiopia hanno concluso un accordo di pace. Le relazioni bilaterali sono migliorate.

I cittadini eritrei che vengono in Svizzera sono perlopiù giovani fra i 15 e i 30 anni. Nella maggior parte dei casi queste persone si recano via terra in Libia, transitando dall’Etiopia e dal Sudan, per poi imbarcarsi a destinazione dell’Italia. I loro principali Stati di destinazione in Europa sono Svezia, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svizzera.

Impegno della Svizzera sul posto

Dal 2015 la SEM si impegna nel settore formativo in Eritrea. I progetti mirano a ottimizzare la qualità della formazione degli insegnanti, a rafforzare la resilienza dei bambini e dei giovani e a migliorare l’accesso all’istruzione di base. Inoltre, i bambini, i giovani e le autorità comunali sono sensibilizzati al tema della migrazione irregolare e alle sue possibili conseguenze. Fino al 2018 la SEM ha finanziato anche un progetto di formazione professionale destinato a giovani senza diploma di scuola media e quindi non ammessi ai centri di formazione professionale statali, bensì spesso obbligati a prestare servizio militare. Dopo una pausa pluriennale dovuta alle difficili condizioni quadro per le organizzazioni di soccorso e al fine di concentrarsi sui Paesi prioritari, dal 2017 la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è di nuovo attiva con progetti di formazione professionale in Eritrea.

La SEM finanzia inoltre progetti nella regione al fine di migliorare la protezione e le condizioni di vita dei rifugiati e dei migranti lungo le vie migratorie. Ha ad esempio sostenuto la strategia dell’ACNUR e dell’OIM nella lotta contro la tratta e il traffico di esseri umani, tra l’altro finanziando un progetto di cui hanno beneficiato in particolare rifugiati eritrei a Khartum e nel Sudan orientale. Ha pure sostenuto un centro in Etiopia che fornisce consulenza giuridica ai rifugiati, elabora insieme ai rifugiati possibili attività lucrative e concede prestiti per la fondazione di una propria impresa.

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Ultima modifica 01.03.2019

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