Nel 2014 le Camere hanno adottato una nuova legge sulla cittadinanza che, sotto vari punti di vista, rende più difficile ottenere la naturalizzazione. Nel 2015, per la prima volta la legge sulla cittadinanza ottiene un’ordinanza d’esecuzione, la quale concretizza tra le altre cose i requisiti in tema di integrazione. Secondo la Commissione federale della migrazione, tuttavia, i criteri sono formulati in termini decisamente troppo vaghi. Per valutare l’idoneità, ad esempio, basterebbe esaminare se una persona desiderosa di farsi naturalizzare ha iscrizioni nel casellario giudiziale o nel registro delle esecuzioni e se ha pagato le imposte. L’ordinanza prevede invece anche l’obbligo di verificare che non comprometta «l’ordine e la sicurezza pubblici» e «rispetti i valori della Costituzione federale». Ciò dev’essere confermato dal richiedente la naturalizzazione in una pertinente «dichiarazione di lealtà» da firmare prima della naturalizzazione. Nel valutare questi criteri d’idoneità le autorità devono vagliare anche l’eventuale intenzione dell’interessato di infrangere successivamente le predette prescrizioni. Secondo la commissione, ciò mostra del tutto chiaramente il margine di discrezionalità troppo esteso lasciato alle autorità dal testo in consultazione. Il limite tra discrezionalità e arbitrarietà è troppo tenue. I richiedenti la naturalizzazione non sono sufficientemente tutelati contro la discriminazione. La nuova ordinanza sulla cittadinanza spreca una nuova occasione per mettere in campo una procedura di naturalizzazione lineare, trasparente e professionale.
Ultima modifica 15.10.2015
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