Migliorate le condizioni di detenzione e l’assistenza sanitaria

Berna. Nella maggior parte dei casi, in Svizzera i detenuti sono trattati correttamente. In seguito all’ultima visita effettuata da una delegazione del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, le autorità svizzere hanno attuato varie raccomandazioni per migliorare ulteriormente le condizioni di detenzione e l’assistenza sanitaria. È quanto si evince dal rapporto del Comitato e dal parere del Consiglio federale pubblicati oggi.

Dal 10 al 20 ottobre 2011 una delegazione del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti ha visitato vari penitenziari svizzeri. La delegazione ha ispezionato il reparto di sorveglianza dell’Insel di Berna, il carcere Champ-Dollon di Ginevra, il penitenziario di Orbe, lo stabilimento di esecuzione della giustizia di Pöschwies, il penitenziario intercantonale Bostadel, l’istituto psichiatrico Rheinau, il penitenziario cantonale di Frauenfeld, l’istituto per giovani di La Clairière a Vernier e varie carceri di polizia. Ha rivolto particolare attenzione all’assistenza riservata a detenuti con problemi psichici.

Dal rapporto inviato alla Svizzera il 4 aprile 2012 si evince che, nel corso della sua visita, il Comitato per la prevenzione della tortura non ha riscontrato indizi di torture o maltrattamenti gravi. Tuttavia sottopone alle autorità svizzere una serie di raccomandazioni, commenti e domande.

Nel suo parere il Consiglio federale fornisce informazioni dettagliate sulle misure adottate per migliorare le condizioni di detenzione. In particolare spiega come gli istituti visitati abbiano migliorato l’assistenza sanitaria. Ad esempio, dalla visita del Comitato, il penitenziario intercantonale Bostadel ha raddoppiato l’assistenza psichiatrica e ampliato il servizio sanitario.

Il Consiglio federale evidenzia anche che, per evitare abusi da parte delle forze di polizia, nei corsi di formazione e perfezionamento degli agenti di polizia viene tematizzato il ricorso proporzionato alla forza. L’impiego di dispositivi inabilitanti (taser) è disciplinato dalla legge e sottostà a rigide prescrizioni di servizio interne. Regole chiare e restrittive garantiscono anche un uso proporzionato di manette e altri mezzi di immobilizzazione.

Il Comitato per la prevenzione della tortura è stato istituito sulla base della Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, che è stata ratificata da tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Dal 1991 il Comitato ha visitato i penitenziari svizzeri già sei volte. Non intende svolgere un ruolo di accusatore, bensì migliorare le condizioni di detenzione, dialogando con le autorità competenti dello Stato visitato.

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Ultima modifica 25.10.2012

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