L'eutanasia attiva diretta allo scopo di porre fine a sofferenze insopportabili: pareri del gruppo di lavoro

Berna, 29.04.1999 - -

Chi pone attivamente e direttamente termine alla vita di un moribondo e su sua esplicita richiesta, al fine di liberarlo da sofferenze insopportabili e inevitabili, non dev'essere perseguito penalmente. L'eutanasia passiva e quella attiva indiretta, già consentite oggi, devono inoltre essere disciplinate esplicitamente nella legge. Sono queste le proposte di un gruppo di lavoro istituito dal DFGP e diretto dall'ex consigliera agli Stati, Josi J. Meier. Il rapporto è stato presentato oggi ai media.

Secondo il diritto vigente (art. 114 CP) l'omicidio su richiesta, vale a dire l'eutanasia attiva diretta, è punibile in ogni caso. Poiché, in certi casi eccezionali, questa protezione della vita umana può mutarsi per la persona per cui è stata prevista, in un peso insopportabile, la maggioranza del gruppo di lavoro propone di introdurre per situazioni eccezionali estreme, un motivo di esenzione dalla pena applicabile all'eutanasia attiva diretta: chi per compassione pone fine alla vita di una persona su esplicita richiesta di quest'ultima, vita che consiste ormai soltanto di sofferenze inutili, non dev'essere perseguito penalmente. L'articolo 114 CP va quindi completato in tal senso.

Una minoranza del gruppo di lavoro respinge questa proposta di modifica e vuole mantenere senza restrizioni la regolamentazione vigente. Essa fa valere che se applicata correttamente, la moderna medicina palliativa è in grado di alleviare anche le sofferenze più gravi. Teme inoltre che un'ingerenza nel divieto di uccidere possa avere conseguenze imprevedibili nel comportamento nei confronti di persone anziane, malate e handicappate.

All'unanimità il gruppo di lavoro auspica una regolamentazione esplicita dell'eutanasia passiva e di quella attiva indiretta nella legge. Entrambe queste forme di eutanasia sono già oggi ritenute ammissibili. Presentemente sono però trattate unicamente nelle pertinenti direttive dell'Accademia svizzera delle scienze mediche. Poiché l'eutanasia riguarda la vita come espressione del bene giuridico più elevato, la sua regolamentazione va affidata al legislatore legittimato democraticamente. Il gruppo di lavoro rinuncia pertanto a una proposta formulata in modo esauriente: una detta regolamentazione imporrebbe ulteriori esami che esulano dalle possibilità e dal mandato del gruppo di lavoro.

Il gruppo di lavoro "Eutanasia", costituito di esperti del ramo del diritto, della medicina e dell'etica, è stato istituito nel marzo del 1997 dal Dipartimento federale di giustizia e polizia. Il motivo fu una mozione, trasformata poi in postulato, presentata dal consigliere nazionale Viktor Ruffy nel 1994, nella quale chiedeva una nuova regolamentazione nel CP delle disposizioni sull'eutanasia che tenesse maggiormente conto della situazione di persone affette da patologie incurabili che si trovano al termine della loro vita.


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Ultima modifica 30.01.2024

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